Qual è il rapporto che intercorre tra tempo e apprendimento?

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Qual è il rapporto che intercorre tra tempo e apprendimento?

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La smart interview (intervista con lo smartphone) di oggi, realizzata nel corso di “Wave”, il 46° Convegno Nazionale AIDP, che si è tenuto a Genova dal 12 al 14 maggio 2017, coinvolge Maria Emanuela Salati, Responsabile formazione, welfare e processi evolutivi in ATM, l’azienda di trasporti milanesi.

Il tema dell’articolo, in linea con il nostro interesse per la ricaduta degli interventi formativi, è la continuità nel tempo degli stimoli formativi.

La riflessione parte da un presupposto, se vogliamo ovvio, ma non scontato: la formazione si realizza per consentire alle persone di migliorare i propri comportamenti. La sua finalità non è che le persone coinvolte stiano sedute ad ascoltare, né che al termine scrivano su un questionario di gradimento di essere soddisfatte, avendo apprezzato il lavoro proposto dal formatore.

Ciò che conta, alla fine del percorso formativo, è che le persone siano effettivamente in grado di agire in modo differente.

Le recenti scoperte delle neuroscienze sostengono che sia necessario un periodo da uno a tre mesi durante il quale i nuovi comportamenti devono essere stimolati, affinché il cervello possa integrare un nuovo apprendimento.

In questa video intervista la dott.ssa Salati condivide il modo e le tecniche formative con cui è stata messa in atto questa continuità, all’interno della sua azienda.