Definire le Competenze nel processo di Formazione

Quanto dovresti investire nella formazione?
21 Marzo 2011
Metodo Personal Learning©: il miglior metodo di apprendimento veloce
5 Aprile 2011

Definire le Competenze nel processo di Formazione

definire competenzeDefinire con precisione il concetto di competenza è estremamente difficile. Esistono innumerevoli modelli e definizioni di competenza. Questa eterogeneità linguistica e conoscitiva ha conseguenze di natura operativa: è difficile misurare e valutare qualcosa di labile e ambiguo.

Per cercare di districarci tra le definizioni di competenze riporto qui degli estratti di un articolo ben realizzato da Leonardo Evangelista. Il primo elemento di discussione riguarda gli aspetti su cui ci si può focalizzare per individuare una persona competente:

• Osservare la persona mentre svolge determinati compiti lavorativi, e verificare se riesce a svolgerli secondo parametri ottimali predefiniti. Ci possiamo focalizzare sul livello della  prestazione nei diversi compiti (tasks) che caratterizzano una determinata attività (job). Questa impostazione può essere definita come ‘approccio inglese alla competenza’ perché è utilizzata nel Regno Unito nell’ambito del National Vocational Qualification per il riconoscimento di qualifiche a persone che già lavorano. Questo approccio viene di solito utilizzato quando è possibile osservare direttamente la persona mentre svolge una determinata attività. In questo approccio possono essere esaminate anche alcune caratteristiche personali (per esempio le conoscenze tecniche) perché questo rende più rapido e affidabile il processo di analisi, anche se tali caratteristiche personali sono in genere sempre collegate a un determinato compito lavorativo (ad esempio ‘Sulla base di quali criteri  scegli i tuoi utensili per lavorare legno stagionato?’);

• Esaminare se la persona ha le caratteristiche personali da cui dipende secondo noi una prestazione lavorativa di buon livello. Ci focalizziamo cioè sulle caratteristiche personali. Questa impostazione può essere chiamata  ‘approccio americano alla competenza’ perché è stata sviluppata negli Stati Uniti da McClelland, Boyatzis e altri. Viene di solito utilizzata quando, come ad esempio nella selezione del personale, non è possibile osservare direttamente una persona svolgere una determinata attività.

Le competenze nell’approccio ‘inglese’

Evangelisti definisce le competenze basate sull’approccio inglese:
un determinato compito lavorativo che la persona è in grado di svolgere secondo un livello predefinito.

Secondo questa visione le competenze sono quindi comportamenti osservabili propri di una certa mansione che la persona è in grado di svolgere secondo uno standard di prestazione prefissato. Nel Regno Unito sono stati elaborati , per molte  professioni, una serie di standard di prestazione (i ‘National Occupational Standards’) che è necessario soddisfare per essere considerati in grado di svolgere una determinata attività lavorativa. Ad esempio un operatore di orientamento dovrà essere in grado di padroneggiare un certo numero di compiti lavorativi (denominati ‘functions’ e descritti in ‘units’ –Employment NTO 2002:2) quali ad esempio stabilire un buon contatto iniziale col cliente, interagire col cliente usando telefono e posta elettronica, aiutare il cliente a prendere decisioni, cooperare con altri servizi, ecc… Nell’uso corrente in Italia, contrariamente a quanto avviene nel Regno Unito, i diversi compiti sono chiamati ‘competenze’, e così è possibile parlare ad esempio delle ‘principali competenze dell’operatore di orientamento’ riferendosi ai principali compiti operativi che questa figura deve essere in grado di svolgere.

Le competenze nell’approccio “americano”

L’approccio americano indica come competenze:
ogni caratteristica personale che (di solito combinata assieme ad altre) permette lo svolgimento eccellente di una specifica mansione in una determinata impresa.

Possono ad esempio essere considerate competenze: conoscenze, capacità trasversali, capacità tecniche, tratti caratteriali, atteggiamenti, attitudini, credenze di autoefficacia, autostima, ecc… Si considerano competenze anche caratteristiche di natura fisica quali ad esempio tempo di reazione e acutezza visiva. In questa definizione le competenze sono le cause, i fattori, che rendono possibile la buona prestazione lavorativa.
Questo approccio permette di suddividere le competenze in tre macro-categorie:
le conoscenze, cioè i saperi di natura tecnica (es: come si salda a stagno) e generale (es: che cos’è un contratto di lavoro);
le capacità di ordine tecnico (es: saper saldare a stagno) o trasversale (es: saper comunicare in maniera efficace);
altre caratteristiche personali (ad esempio tratti caratteriali, interessi e valori professionali, attitudini, acutezza visiva, ecc…).
L’approccio ‘americano’ è stato capace, negli anni, di assimilare nuovi costrutti teorici e modelli come, ad esempio,  la metacognizione, l’autostima, il senso di autoefficacia, l’intelligenza emotiva.

Anche il modello ISFOL delle competenze, sviluppato a partire dai primi anni novanta, può essere collocato all’interno dell’approccio americano. Questo modello distingue le competenze tra:
competenze di base: l’insieme delle conoscenze e delle abilità che costituiscono essenziali per l’accesso al lavoro o a qualsiasi percorso di formazione ulteriore. Ovviamente le competenze di base variano rispetto alla cultura educativa/formativa dell’ambiente di riferimento.
competenze trasversali: non sono specifiche di una determinata attività ma entrano in gioco in diverse situazioni lavorative, consentendo di trasformare i saperi in comportamenti lavorativi efficaci in contesti specifici. Esse fanno riferimento non tanto al lavoro in sé quanto al comportamento degli individui ed alle modalità di posizionarsi rispetto agli altri ed alle situazioni lavorative. L’ISFOL identifica tre competenze trasversali: diagnosticare, relazionarsi, affrontare.
competenze tecnico professionali: l’insieme dei saperi e delle tecniche operative specifiche connesse all’esercizio delle attività richieste dai processi di lavoro nei diversi ambiti professionali.

Inglesi vs Americani: chi vince?

Secondo Evangelisti entrambe le definizioni hanno ragione di esistere,  ma è essenziale avere chiaro a quale definizione ci stiamo riferendo in modo da evitare ambiguità e fraintendimenti.