Coaching e Motivazione: l’Orientamento al Risultato

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Coaching e Motivazione: l’Orientamento al Risultato

Con il termine coaching si intende un metodo di lavoro orientato ad aiutare le persone a sviluppare il proprio potenziale. Il coaching utilizza vari strumenti che possono a loro volta essere utilizzati all’interno dell’attività manageriale al fine di migliorare la propria abilità di leadership.

Una particolare tecnica estremamente utile per infondere motivazione ai propri collaboratori nello svolgere il loro lavoro è chiamata “orientamento ai risultati”. Il metodo è estremamente semplice ed è lo stesso che ci ha permesso di imparare così facilmente a camminare e a parlare quando ancora eravamo bambini, ma che purtroppo è stato dimenticato nella fase successiva, quando ci siamo avvicinati al sistema scolastico.

Nella scuola vecchio stampo l’errore viene solitamente sottolineato con molta enfasi, ad esempio cerchiandolo con la penna rossa. Invece quello che ci spinge a dare il meglio di noi è il ricevere complimenti entusiastici per le cose positive che siamo stati in grado di fare. Torniamo al periodo in cui le cose venivano assimilate in modo inconsapevole, cioè all’età infantile. Un bambino che sta imparando a parlare ma che pronuncia non correttamente alcune parole, ha bisogno che il genitore (coach) lo incoraggi e si focalizzi sul fatto che sta facendo una nuova conquista: sta imparando a comporre frasi, a comunicare le proprie emozioni e i propri pensieri e da quel momento in poi non potrà che migliorare. Se ci si concentra su ciò che di positivo il bambino è stato in grado di fare, gli si infonde quella sicurezza in sé stesso che lo porterà a desiderare di migliorarsi. Dall’altra parte se il bambino (coachee) si scoraggia trovando difficoltà a pronunciare alcune parole questo potrebbe condizionare l’apprendimento e la sicurezza acquisiti. Sta appunto al genitore (coach), il compito di distoglierlo dalla difficoltà e di indirizzarlo verso le proprie potenzialità e le opportunità che queste sue capacità latenti possono offrirgli.

Allo stesso modo il manager può spingere il proprio collaboratore a grandi slanci di miglioramento complimentandosi, esprimendo stupore e soddisfazione per il lavoro svolto, valorizzandone le capacità. Se il complimento o il ringraziamento sentito vengono espressi al momento più idoneo, accompagnati da un contatto oculare che li rende sinceri, questo insieme di fattori può veramente aumentare la motivazione in modo netto e costante. Si può dire che il metodo ottimale è quello di unire fattori estremamente tecnici a manifestazioni umane sincere e spontanee.

Calandoci nella quotidianità, questo scenario appare idilliaco e sappiamo che non è sempre così semplice. A volte il nostro collaboratore ha fatto bene il 10% delle sue mansioni mentre ha sbagliato la restante parte. Generalmente, nel caso di un compito non risolto nel modo ottimale, l’attenzione del manager si focalizza sulla parte mancante, cioè su ciò che il collaboratore non è stato in grado di compiere nel modo adeguato: “Perché l’hai fatto così? Ti avevo detto di… ecc.”  La parte positiva (che sia il 20, il 40 o il 60%) viene ignorata, per poi focalizzarsi su quella negativa.

Non stiamo dicendo che non vadano posti in essere interventi correttivi e che non debba essere offerto un feedback sincero, anzi a questo tema dedicheremo prossimamente un articolo. Stiamo dicendo però che questo feedback va completato con una sottolineatura delle cose fatte in modo corretto. “Ho notato che hai fatto bene X e Y. Mi è sembrato di capire che hai trovato una soluzione tua personale. Complimenti! Come hai fatto?” “Ricordi quella volta che hai portato a termine il progetto AZ? Come avevi fatto a gestire quel protocollo difficile?” Con domande di questo tipo si guida il collaboratore (coachee) a focalizzarsi su situazioni risolte positivamente, utilizzando le sue risorse e lo si incoraggia a portare quelle risorse nel presente. Il coach, come fa il genitore col figlio piccolo, esprimendo entusiasmo per le conquiste, è in grado di impedire al coachee di focalizzarsi su ciò che è andato storto, riesce a far emergere le qualità positive e a incoraggiarlo a fare di più.