Sessualità consapevole e lavoro: perché ignorare il corpo ci rende meno liberi (e meno produttivi)

Leadership somatica: il corpo come alleato del leader consapevole
10 Maggio 2025

Sessualità consapevole e lavoro: perché ignorare il corpo ci rende meno liberi (e meno produttivi)

Nel mondo della formazione aziendale si parla sempre più spesso di benessere, di equilibrio tra vita e lavoro, di performance sostenibile. Ma c’è un grande escluso da questi discorsi: la sessualità. Eppure, come affermano Gloria Di Capua e Maurizio Lambardi, counselor e autori esperti di relazioni e sessualità consapevole, è proprio la qualità della nostra energia vitale – anche quella sessuale – a influenzare profondamente chi siamo nella vita privata e in quella professionale.

Perché la sessualità è ancora un tabù nelle aziende?

Secondo i relatori, la sessualità è stata storicamente repressa per ragioni religiose e produttive. Un’energia così potente e autonoma non è facilmente controllabile: se le persone vivono con pienezza e vitalità, diventano meno manipolabili. Non è un caso che il piacere sia stato, per secoli, associato al peccato o alla vergogna.

Inoltre, i contesti aziendali tendono ad essere conservatori: si può parlare di benessere, ma raramente si nomina il desiderio o la vita intima. Eppure, come afferma Di Capua:

“Una persona vitale sessualmente è anche più centrata, creativa e produttiva.”

Il legame tra sessualità e radicamento

Nella visione energetica condivisa dai relatori, la sessualità non è solo piacere fisico ma parte integrante del nostro equilibrio interiore. Il primo chakra, quello della radice, riguarda i bisogni primari: sopravvivenza, nutrimento, sessualità. Secondo Lambardi, il successo professionale è zoppo se si costruisce rinnegando il corpo e il desiderio:

“La nostra cultura vuole che si corra con una sola gamba, quella del lavoro, tagliando via la sessualità.”

Questa scissione ci allontana dal nostro sentire, riduce l’energia disponibile e spesso ci conduce a una produttività vuota e priva di senso.


Gli errori più frequenti che bloccano la sessualità

Negli anni di lavoro a stretto contatto con centinaia di persone, Gloria e Maurizio hanno individuato alcuni ostacoli ricorrenti alla sessualità consapevole:

1. Perdersi per l’altro

Molti pensano che un buon amante sia chi “fa godere” l’altro. In realtà, la sessualità più potente nasce quando entrambi i partner sono presenti a sé stessi. Se ti dedichi solo all’altro, dimenticandoti del tuo piacere, diventi un involucro vuoto. È la vitalità condivisa a generare l’alchimia.

2. Aspettarsi che l’altro “capisca da solo”

Uno dei miti più dannosi è che “se l’altro mi ama, capirà da sé cosa mi piace”. Ma la sessualità è personale, soggettiva e cambia con l’età, il corpo e le esperienze. Occorre imparare a parlare dei propri desideri, esprimere limiti e fantasie. Come afferma Lambardi:

“Parlare di ciò che ci piace è come insegnare a cucinare: ogni corpo ha una sua ricetta.”

3. Portare dinamiche genitoriali nella coppia

Molte coppie scivolano inconsciamente in ruoli genitore/figlio: lei lo accudisce come una madre, lui la sostiene come un padre. Questo cancella l’energia erotica. La sessualità non può sbocciare tra “figlio e madre” o “padre e figlia”. Per far rinascere il desiderio, serve riprendersi il proprio ruolo adulto nella relazione.


Differenze di genere e stereotipi

Nel dialogo emerge anche una riflessione sulle differenze tra sessualità maschile e femminile, spesso fonte di incomprensione. Nella loro esperienza, Di Capua e Lambardi notano:

  • Dopo i 40 anni molte donne cercano più connessione emotiva e meno sesso “meccanico”.
  • Gli uomini, non sentendosi accolti, vivono confusione e smarrimento. Alcuni diventano ipersensibili al rifiuto, altri si ritirano.
  • Entrambi i sessi sono spesso imprigionati da ruoli sociali: la donna che “non deve essere facile”, l’uomo che “deve performare”.

Un passaggio illuminante è quello sul ciclo naturale del desiderio:

“L’uomo desidera sessualmente la donna; se la donna si sente desiderata, apre il cuore e si innamora. Quando lui si sente accolto, si apre a sua volta. È un circuito virtuoso, ma lo interrompiamo con la mente, con paure e aspettative sociali.”


Educazione sessuale: un’urgenza collettiva

I relatori denunciano un drammatico analfabetismo sessuale. Pochissime persone conoscono la varietà delle anatomie genitali, i diversi tipi di stimolazione, o sanno comunicare le proprie esigenze senza vergogna. Serve un’educazione che parta non dal deficit, ma dal desiderio.

Tentativi di portare questi temi nelle scuole, raccontano, sono spesso respinti. Ma la trasformazione avviene comunque: molti dei partecipanti ai loro corsi sono genitori, e oggi cominciano ad arrivare anche i loro figli. Una vera trasmissione generazionale del sapere corporeo e relazionale.


Conclusioni: riprendiamoci l’energia che ci spetta

In un’epoca in cui il burnout è dilagante, l’energia è una valuta preziosa. Ignorare la sessualità – o relegarla a tabù – ci priva di una fonte inesauribile di vitalità, autenticità e libertà.

Gloria e Maurizio lo dicono senza mezzi termini: una sessualità consapevole non è un lusso privato, ma una leva di trasformazione collettiva.

“Non possiamo parlare di benessere e work-life balance, se lasciamo fuori il corpo e il desiderio.”


Vuoi approfondire?

I libri, corsi e articoli di Gloria Di Capua e Maurizio Lambardi sono disponibili sul sito www.corpoanima.it.