In un mondo professionale dominato dalla razionalità e dalla performance, si sta facendo spazio un approccio innovativo e profondamente umano: la leadership somatica. Un modello che ribalta la prospettiva classica basata sulle sole competenze cognitive, per integrare corpo, emozioni e consapevolezza neurofisiologica come strumenti di guida e relazione.
La leadership somatica è un approccio alla leadership basato sulla connessione tra corpo e mente. Deriva dal concetto di embodiment, ovvero “incarnazione”: la capacità di vivere pienamente nel corpo, di ascoltarlo e di usarlo come guida nelle interazioni quotidiane. Non è una moda new age né un esercizio spirituale astratto: è un sistema radicato nella neurofisiologia, nella pratica e nell’efficacia concreta.
Ogni leader, come ogni atleta, può trovarsi a performare sotto pressione: scadenze, conflitti, presentazioni pubbliche, decisioni difficili. Anche con ottime competenze, in situazioni di stress il corpo può sabotare la mente.
Il corpo reagisce agli stimoli attivando il sistema nervoso autonomo:
Lo stato di risorsa è il punto di equilibrio: il luogo psico-fisico in cui possiamo accedere a tutte le nostre competenze cognitive, relazionali ed emotive. Il leader efficace è colui che sa riconoscere il proprio stato e usare il corpo per ritornarvi. Come?
“Lo stato di benessere è un respiro più in là” – cit. Beth Bardovi
Rimanere in uno stato di risorsa anche sotto pressione non è una magia, ma un allenamento. Il nostro sistema nervoso ha una “finestra di tolleranza”: uno spazio interno entro cui tolleriamo gli stimoli senza andare in iper o ipo-attivazione.
Maggiore è questa finestra, maggiore è la nostra resilienza.
Viviamo in una cultura che ha separato mente e corpo. Ma come dimostrano sempre più studi neuroscientifici, il corpo è un veicolo di percezione e interpretazione costante. Per ogni segnale che il cervello invia agli organi, ne riceve nove in risposta. Questo significa che lo stato fisiologico del corpo influenza direttamente il nostro modo di pensare e reagire.
Un corpo teso, contratto, affaticato manda segnali al cervello che ci dicono che siamo in pericolo. Anche un semplice commento neutro del partner o di un collega può così essere interpretato come un attacco.
L’approccio somatico alla leadership non è una tecnica tra le tante: è un cambio di paradigma. Riconoscere il corpo come alleato, sapere come regolare il proprio stato interno, allenare la presenza e la lucidità… tutto questo è leadership.
Non bastano le parole, servono pratica e costanza. Ma anche piccoli cambiamenti – come un respiro consapevole prima di inviare una mail impulsiva – possono fare una grande differenza.
Come dice l’autore del video:
“Non possiamo sempre controllare la mente con la mente. Ma possiamo partire dal corpo.”