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I NEURONI SPECCHIO: TENDENZA O REALTÀ?

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Oggi c’è molta attenzione intorno  ai neuroni specchio.
Molti neuro scienziati ci spiegano come mai, quando ci troviamo di fronte ad un’ altra persona, siamo cosi bravi a capire come si sente. La natura di questi neuroni, infatti,  permette al nostro cervello di ‘risuonare’ con i comportamenti (movimenti del corpo, espressioni facciali) che osserviamo, riproducendo nella nostra esperienza somatica quello che il nostro interlocutore sta vivendo in quel momento.
Ciò che sorprende è come questi scienziati, e tutti coloro che si gongolano in questa nuova “tendenza”, cancellino dalla loro cognizione il fatto che la norma sia invece quella del fraintendimento! E’ molto frequente, infatti,  che una persona interpreti in maniera “errata” l’espressione del proprio interlocutore, perfino quando la persona è ben conosciuta. Siamo cosi abituati a tradurre una posizione del corpo (braccia incrociate, il battere della gamba) o un espressione del viso (sopracciglia corrucciate) come chiari segnali di qualcosa che ci riguarda che giungiamo a frequenti conclusioni sbagliate.
Ciò evidenzia come le scoperte che riguardano i neuroni specchio, almeno per quanto riguarda gli esseri umani, vadano integrate con una gran quantità di processi mentali che sono cosi pregnanti e totalitari nella nostra esperienza emotiva che spesso annullano o rovesciano la capacita empatica potenzialmente contenuta nel “mirroring” neurologico.  
Egocentrismo (tutto ciò che l’altro prova riguarda me), paure (timore del giudizio, di essere rifiutato, escluso ecc.), bisogno di coerenza (annullamento della ricchezza emotiva dell’interlocutore per ridurre la dissonanza cognitiva rispetto all’ idea che mi sono fatto di lui), aspettative e pregiudizi, sono solo alcuni dei processi nei quali siamo coinvolti e che ci portano a interpretare e distorcere l’esperienza dell’altro per piegarla a noi. Facciamo davvero poco da specchio. Come mai nei libri si punta l accento cosi tanto sugli effetti di queste cellule quanto basta osservarci per vedere quanto poco facciamo veramente da specchio.

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